Gli Italiani degli Stati Uniti hanno votato, secondo alcune fonti, per un buon 65% il neo presidente Obama che si insedierà alla guida degli Stati Uniti d’America il prossimo 20 gennaio. Abbiamo chiesto a Matthew Murtagh, giovane studente italoamericano di New York, di raccogliere per il blog le impressioni e le aspettative dei calabresi, e degli aiellesi in particolare che vivono negli States.
Qui di seguito una sorta di intervista ad una numerosa famiglia originaria di Aiello Calabro (Cs), i cui membri di prima seconda e terza generazione vivono tra Brooklyn e il New Jersey.
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Le elezioni americane, Obama e la famiglia Pagnotta
di Matthew Murtagh
4 novembre. La vittoria annunciata arriva intorno a mezzanotte. Giovani nelle strade per celebrare. Nei quartieri popolari, feste mai viste per una causa politica americana. Davanti alla Casa Bianca, una manifestazione spontanea, con studenti, operai, e politici, di ogni razza e religione, insieme. La canzone, “Sha na na na, hey hey hey, goodbye!,” cantata a Bush.
A New York e nel New Jersey, la famiglia Pagnotta, d’origine aiellese, guarda ai risultati con grande attenzione, come tutti gli americani. E, come la maggioranza dell’elettorato, i Pagnotta hanno risposto alla vittoria di Obama con gioia, speranza, ed orgoglio, per l’America, e per il mondo.
“Penso che sarà un buon presidente,” ha detto Rose Marie Murtagh, nata a Brooklyn nel 1950. “Credo che ci sarà un cambiamento,” ha aggiunto la figlia degli aiellesi Rico Pagnotta e Anna Pucci.
Suo figlio Kevin, 17enne, è d’accordo. “È un buon cambiamento”.
Per Marco Pagnotta, 54enne, fratello di Rose Marie, l’elezione di Obama rappresenta la vittoria dell’intelligenza contro l’ignoranza. “Non ha paura di dire quello che pensa,” ha detto Marco. “È un intellettuale, e ascolta intellettuali ed esperti. Bush non ha mai fatto così.” L’elezione rappresenta anche la vittoria di una nuova visione del mondo, Marco ha aggiunto, vista nella figura di Obama stesso, un nero, cresciuto in parte in un paese musulmano, adesso capo della repubblica americana.
Mentre c’è molta gioia per il risultato, nessuno nella famiglia Pagnotta pensa che sarà facile per il nuovo presidente. I Pagnotta pensano a economia, educazione, e assicurazione sanitaria come i principali problemi da risolvere per il presidente eletto.
“L’economia è la cosa più importante,” ha detto Francine Fuerst, sorella di Rose Marie, nata nel 1955. “Devono esserci più regole. I broker ed i banchieri guadagnano troppi soldi e non fanno niente per nessuno. Molti lavoratori hanno perso le loro pensioni, i loro risparmi.” “È tragica,” ha aggiunto Francine. “Non deve essere così.” Francine ha anche parlato delle scuole americane, specialmente delle università, che costano fino a 50mila dollari all’anno. “Non capisco perché costa così tanto. Il prezzo è fuori controllo. Non c’è senso.”
Per Marco, la crisi sanitaria è centrale per la presidenza di Obama. Ha criticato il sistema privato in America come “dispendioso e controproducente.” Quando Obama farà il suo piano d’assicurazione universale, “sarà il suo Social Security,” ha detto, citando il famoso programma di Franklin Roosevelt per i pensionati.
Secondo Rose Marie, Obama deve fare qualcosa per i ceti medi e gli studenti, e fermare le guerre. “Voglio vedere tagli delle tasse per i ceti medi, tagli nel costo dell’educazione per gli studenti, e la fine delle guerre,” ha detto Rose Marie. “Spero di vedere più soldi nelle mani di quelli che lavorano.”
Ugo Pagnotta, però, nato ad Aiello nel 1925 e zio di Rose Marie, Marco, e Francine, non è così ottimista. “Obama deve fermare le guerre. Può fare questo. Deve ridurre le armi. Deve salvare il Medicare (l’assicurazione per i pensionati nda) e gli ospedali. Può fare anche questo. Ma c’è molto di più da fare. Lui è in una posizione terribile, povero uomo,” ha detto. Ugo ha anche parlato della necessità di mantenere una sinistra forte, per lottare per il popolo nella nuova amministrazione. Ha citato l’Italia come l’esempio di quello che può succedere senza una sinistra militante. “In Italia i comunisti sono scomparsi completamente,” ha detto. Senza la sinistra, c’è solo Berlusconi, che “ha tutte le facce che volete. Per fortuna, ha detto Ugo, non abbiamo un Berlusconi americano come presidente in questo momento di crisi.
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