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Visualizzazione dei post da marzo, 2020

San Francesco di Paola ad Ajello

Dipinto di F. Pagliaro nella chiesa di Cannavali È un antico legame quello tra la comunità aiellese e il taumaturgo paolano (Paola 27 marzo 1416 – Tours 2 aprile 1507 ). Di questa devozione ne erano testimonianza le sacre effigi conservate nelle chiese cittadine. Oltre alla bella statua del santo conservata sull’altare della navata sinistra di S. Maria Maggiore, in cartapesta leccese (databile tra fine ottocento e inizio novecento), che andrebbe restaurata, si contavano altre opere d’arte, come riporta un inventario di metà ‘700 del Regio Tavolario Schioppa. Nella chiesa di Santa Maria Maggiore, per esempio - ci informa lo storico Rocco Liberti - erano custoditi: un quadro nella cappella di juspatronato della famiglia Manetta della Madonna del Carmine con S. Caterina e S. Francesco di Paola, e un altro dipinto nella Cappella dei Giannuzzi dedicato al santo taumaturgo. Nella chiesa di S. Giuliano si conservava un quadro dell’Addolorata con S. Giuliano e S. Francesco. In un’alt

I San Giuseppe di Raffaele Aloisio e Francesco Antonio Lupi

In occasione del 19 marzo , data in cui si ricorda San Giuseppe , ci piace postare tre opere che ritraggono il padre putativo di Gesù. La prima è il San Giuseppe dell'aiellese Raffaele Aloisio , del 1864, e si trova nel Santuario della Madonna della Catena a Laurignano. La seconda è una pala d'altare di Francesco Antonio Lupi , datata 1859 e si trova nella chiesa della Madonna delle Grazie a San Pietro in Amantea; mentre la terza è la statua del santo custodita nella chiesa di S. Maria Maggiore in Aiello Calabro, pure attribuibile a Lupi. Seguono informazioni più dettagliate. San Giuseppe, R. Aloisio, 1864, Laurignano “SAN GIUSEPPE CON GESU’ E SAN GIOVANNINO“. Olio su tela, misura 150 x 90, sagomato in alto (per la probabile destinazione ad un altare), con cornice barocca probabilmente coeva. Si trova nel Santuario della Madonna della Catena, in Laurignano (Cosenza). La tela reca, a sinistra in basso, sul gradino, la classica firma di Raffaele Aloisio [monog

U Mariciellu e l'influenza della malaria ad Ajello e Terrati

I lunghi giorni di quarantena che stiamo vivendo, ci ricordano attraverso le pagine di storia che trattano del nostro paese, eventi che hanno segnato fortemente la popolazione di Aiello e dei paesi vicini, come per esempio la malaria. Segue un brano in cui si descrive la situazione dello stagno Turbole o della morte; ed uno studio di Filippo Solimena pubblicato nel 1907. La copia ci è stata fornita da Francesco Mazzotta che ringraziamo. Qui altri link utili: http://aiellocalabro.blogspot.com/2019/01/lo-stagno-turbole-o-della-morte-se-ne.html http://aiellocalabro.blogspot.com/2013/08/storia-locale-lo-stagno-turbole-di.html Relazione dell'Ingegnere Capo del Genio Civile datata 21 aprile 1863 Il Lago di Aiello è un profondo fosso lungo metri 384 e largo metri 186, esistente nella parte a mezzogiorno del Monte Careto, alimentato quotidianamente dal Fiume Oliva e dalla simultanea concorrenza dei Torrenti Valle Oscura e Maiuzzi in tempo di alluvione. La formazi

Epidemie, Processioni di Penitenza e il Nostro San Geniale Patrono di Aiello

Nel momento in cui siamo interessati dalla diffusione del real patogeno agente, altrimenti detto #coronavirus, ci piace proporvi dei brani tratti da: S. Geniale Martire Patrono di Aiello nella Diocesi di Tropea secondo la Storia e la Tradizione , Scipione Solimena, Palmi 1902.  Buona lettura “Inoltre, essendo il nostro Aiello colpito dal morbo flusso di sangue, che tanta strage faceva di ogni ceto di persone, si andò con la solita processione di penitenza al Convento, e si calò il Santo nella Chiesa Matrice; ed appena il nostro S. Protettore entrò nella città, quelli che si trovavano quasi destituiti di sensi cominciarono a respirare; e durante gli otto giorni della dimora del Santo nella Chiesa Matrice, il malore si estinse, tutti ritornarono alla primitiva salute, e nessuno più ne morì. Di ciò ne fanno chiara testimonianza D. Giacomo Viola primo Parroco della Chiesa Madre, uomo di somma probità, di specchiata vita e di età avanzata, ed altri venerandi vecchi, perché accadu