La prima è il San Giuseppe dell'aiellese Raffaele Aloisio, del 1864, e si trova nel Santuario della Madonna della Catena a Laurignano. La seconda è una pala d'altare di Francesco Antonio Lupi, datata 1859 e si trova nella chiesa della Madonna delle Grazie a San Pietro in Amantea; mentre la terza è la statua del santo custodita nella chiesa di S. Maria Maggiore in Aiello Calabro, pure attribuibile a Lupi.
Seguono informazioni più dettagliate.
San Giuseppe, R. Aloisio, 1864, Laurignano |
“SAN GIUSEPPE CON GESU’ E SAN GIOVANNINO“.
Olio su tela, misura 150 x 90, sagomato in alto (per la probabile destinazione ad un altare), con cornice barocca probabilmente coeva. Si trova nel Santuario della Madonna della Catena, in Laurignano (Cosenza).
La tela reca, a sinistra in basso, sul gradino, la classica firma di Raffaele Aloisio [monogramma “A” e “R” intrecciate, P. (cioè pinse o pinxit) 1864], e proviene, come le altre, dal vecchio Santuario.
E’ un’opera della maturità dell’artista e presenta una interessante ricchezza coloristica e compositiva — anche se da quest’ultimo punto di vista soffre di qualche lieve disarmonia.
San Giuseppe è rappresentato seduto, reggente Gesù Bambino con la destra mentre nella mano sinistra tiene la verga fiorita.
In basso a destra — per chi guarda — appare San Giovannino, che leva e congiunge le mani in preghiera, inginocchiato ai piedi di Gesù, che con la mano destra benedice.
Dall’alto si affacciano alcuni putti alati. (Testo di Raffaele Borretti)
San Giuseppe con Bambino, Lupi 1859, San Pietro in Amantea |
Statua di San Giuseppe, S. Maria Maggiore, Aiello Calabro |
La statua di San Giuseppe, secondo lo storico dell’arte Gianfrancesco Solferino, è da attribuire a Francesco Antonio Lupi, pittore e scultore di San Pietro in Amantea, vissuto dal 1810 al 1894. Nella nota biografica curata dallo storico Ferruccio Policicchio, apprendiamo che Lupi studia a Napoli, “grazie ad una “borsa di studio” concessa dal re Ferdinando II, nell’Istituto delle Belle Arti”. Fu artista talentuoso – sebbene sconosciuto sino al 1997, anno in cui fu oggetto di una tesi di laurea all’Unical -, dal bel tratto, dalle “armoniose tinte che riescono a far vedere ed imitare l'antico, l'espressione dell’ideale umanistico, della bellezza, l’eleganza e le proporzioni dei modelli…”. Le sue opere si trovano in molte chiese calabresi.
Come si potrà notare confrontando la seconda e la terza immagine, c'è una straordinaria rassomiglianza e la mano non può che essere dello stesso artista sanpietrese.
Auguri a chi porta questo nome e auguri a tutti i papà!
Auguri a chi porta questo nome e auguri a tutti i papà!
Per maggiori informazioni sui due artisti dell'Ottocento calabrese si veda:
- Raffaele Aloisio, inventor et pictor dell'Ottocento calabrese su Il Blog di Bruno Pino;
- https://www.academia.edu/14848838/Raffaele_Aloisio_inventor_et_pictor_dell_Ottocento_calabrese
- Scheda su F. A. Lupi a cura di Ferruccio Policicchio - Dizionario Biografico della Calabria Contemporanea curato dall'ICSAIC.
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