La foto, che fa parte del nostro archivio, risale a parecchie decine di anni fa e ritrae le donne del paese intente a fare il bucato (a vucata) presso la fontana del Tubolo (u tuvulu).
Sulla foto e sulla pratica di una volta di lavare i panni con la lissìa aspettiamo i vostri graditi commenti.
Dal sito Amanteani nel Mondo
RispondiElimina“ ’A vucàta ” si faceva in media ogni quindici, venti giorni, e, a tal proposito, venivano selezionati con cura i tessuti di tela, lino e cambrì, tralasciando, di fatto, gli indumenti di lana e di colore.
1ª fase) La biancheria, una volta selezionata, veniva sottoposta, dapprima, ad un lavaggio manuale, tenuto in modo tradizionale, con il solo ausilio del sapone, anch'esso prodotto fra le mura domestiche... ’u sapunu fattu alla casa.
2ª fase) All'interno di una cesta di vimini e canna (’a sporta), poggiata sopra di un capiente contenitore, in genere una tinozza di legno o, all'occorrenza, anche quattro pietre, veniva posto ’u tuorciu, ovverossia, un panno di qualsivoglia filato che accoglieva tutto il bucato. Le sue falde, lasciate pendere, non a caso, fuori dalla cesta, avevano il successivo compito di ricoprire il tutto.
All'interno d’ ’u tuorciu, la biancheria, lasciata nsapunata e torciuta, veniva ncrivellata ccu garbu, ovvero, mani esperte provvedevano a disporla in guisa tale da permettere liberamente lo scolo d’ ’a lissìa¹.
3ª fase) In un ampio calderone di rame (’a quadàra), ricolmo d'acqua, veniva fatto sciogliere del sapone spezzettato, con l'aggiunta di cenere bianca, cernuta allu sitazzu² , prelevata dal forno o dal braciere di famiglia. Il candore di quest'ultima doveva derivare dalla combustione di legname o carbone del tutto privo di impurità; per tale motivo, il vegetale preferito era l'ulivo. Si procedeva, quindi, ad accendere il fuoco.
Quando l'acqua, così trattata, che oramai chiameremo lissìa, raggiungeva una discreta temperatura, prossima all'ebollizione, si provvedeva a prelevarla con l'ausilio di un pentolino e la si versava lentamente sulla biancheria posta nella cesta, tracciando ampi cerchi concentrici, partendo dall'esterno verso l'interno.
Dalle fessure dell'intreccio di salice e canna, dopo pochi secondi, cominciava a sgorgare ’a lissìa, mentre, nel frattempo, se ne continuava a versare altra fino a che, questa, dapprima grigiastra, non assumeva un colore del tutto limpido, a testimonianza che i panni avevano ricevuto il trattamento desiderato.
In un secondo tempo, con la lissìa lasciata intiepidire ’ntr’ ’a quadàra, si poneva mano ai filati colorati.
4ª fase) Trascorso un giorno o due, la cesta, issata sulla testa in stabile equilibrio, con l'ausilio del cercine (’a curùna), veniva portata al fiume, nelle cui acque, al ritmo di canti amorosi, eseguiti per burlare l'innamorata del momento, si operava il risciacquo di tutta la biancheria che, in un secondo tempo, messa opportunamente sulle pietre, si lasciava asciugare sotto i raggi del sole, mettendo in risalto tutto il suo candore.
Nota
’A vucàta, l'urtima vota, l'haju vista fari a Tiresa Musì nziemi a Maria ’i Ntonariellu allu mmienzu ’i l'anni sessanta, dintr’ ’a Calavecchja, avant’ ’a forgia ’i mastru Saverinu.
E' stata Tiresa, doppu tant'anni, ca m'ha cuntatu cumu si facìe.
A llu ricuordu sua, mparadisu ’a vie, vanu si pensieri c'haju ricuotu.
grazie per aver inserito queste foto storiche sicuramente fa piacere a tanta gente,è bello non dimenticare il passato..
RispondiEliminaOh my God! non mi aspettavo de videre a cibbia du tuvulu ancora una volta. Quandu se facie la vucata ere na festa pe li piccirilli pe tutta a jornata
RispondiEliminaChe meraviglia! Ma non so se ricordo bene...c'era anche una zona coperta?
RispondiEliminaLisciva: il detersivo ecologico fai da te
RispondiEliminaDa: http://www.stampalibera.com/?p=46693
La lisciva o liscivia è una soluzione liquida, ottenuta dalla semplice bollitura di cenere (meglio di legna) setacciata.
Veniva usata in passato soprattutto per lavare e sbiancare i tessuti, ma anche per tutte le altre pulizie casalinghe e, estremamente diluita, anche per la pulizia di tutto il corpo, grazie al suo potere detergente, sgrassante e disinfettante e al delicato e piacevole odore che rilascia simile al sapone di Marsiglia.
La qualità ecologica della lisciva dipende dal fatto che vengono impiegati soltanto sali del tutto solubili in acqua e quindi biodegradabili al 100%. Da non trascurare poi il fatto che non contiene fosfati, sbiancanti ottici e antimpaccanti.
E’ possibile acquistare la lisciva i alcuni negozi, tipo quelli biologici o acquisto solidali, oppure nelle vecchie ferramenta. La lisciva si vende sia sfusa (un pò meno di 2 euro al chilo) o in pacchi da 5 chili (1€ al chilo). L’importante è usarne una quantità inferiore rispetto ai normali detersivi per lavatrice ed è meglio metterla direttamente nel cestello del bucato.
Istruzioni per fare la lisciva fatta in casa
Ingredienti:
CENERE e ACQUA in un rapporto 1: 5 (ovvero 1 bicchiere di cenere per 5 bicchieri d’acqua)
Procedimento:
- Setacciare la cenere.
- Disporla in una grossa pentola, rispettando il giusto rapporto cenere/acqua ed aggiungervi l’acqua.
- Portare ad ebollizione, a fuoco lento, mescolando di frequente all’inizio e di tanto in tanto quando la cottura si è stabilizzata.
- Far bollire circa 2 ore. E’ consigliabile, verso fine cottura, assaggiare giusto una goccia del composto da posare sulla lingua per valutarne la potenza: se ha bollito sufficientemente pizzicherà appena. Non eccedere nella bollitura, in quanto la lisciva ottenuta diventerebbe troppo forte ed aggressiva per la pelle e per l’ambiente.
- A cottura ultimata, lasciare raffreddare e decantare per qualche ora.
- Preparare un recipiente e qualche straccio di cotone pulito che non scolorisca.
- Tendere sul recipiente lo straccio.
- Versare il contenuto della pentola sullo straccio nel recipiente, con l’accortezza di non agitare il liquido, cercando cioè di mantenere separata la parte solida da quella liquida. Si mette ancora a riposo e si aspetta cosicchè altre particelle solide cadranno sul fondo. Poi filtrare nuovamente. Se necessario ripetere più volte fino ad ottenere una soluzione trasparente
- Versare la lisciva in un flacone di plastica.
La lisciva è pronta! e si conserverà per anni.
Cosa si ottiene da questo procedimento:
• Una parte liquida, la lisciva propriamente detta.
• Una pasta cremosa, che possiede un certo potere detergente e che può essere utilmente usata per lavare i piatti e come sapone per le mani, poiché non sporca ed è meno aggressiva rispetto alla cenere d’origine, destinando la lisciva ad altri impieghi più esigenti e specifici.
Uso della Lisciva:
Si può impiegare in molti modi.
Per i piatti: aggiungerne circa 50ml nell’acqua del lavaggio insieme al detersivo, per piatti e pentole particolarmente sporchi.
Per il bucato: in lavatrice come sbiancante e per aumentare l’azione pulente del detersivo o del sapone (80ml circa ad ogni lavaggio).
Per i pavimenti: aggiungerne un tappo o più nell’acqua del secchio.
Per tutte le superfici lavabili: (ad eccezione di marmo e legno): in questo caso si può riempire uno spruzzino con la lisciva ed aggiungere una decina di gocce di oli essenziali, come limone e/o tea tree come igienizzanti. Lo spruzzino si può utilizzare per tutte le superfici lavanbili (piano della cucina, scrivanie in formica ecc..), lavandini, piani cottura e mattonelle.
E’ indicata anche per la pulizie dei vetri.
forse in questa foto c e anche mia mamma carolina Bernardo
RispondiEliminagrazie per la segnalazione. Saluti
Eliminaciao sono rita Morganella mi farebbe pacere trovare delle foto dei Guadagnuolo oppure dei Bernardo io sono la figlia di carolina brnardo mia nonna gemma Guadagnuolo e la sorella margherita MA TUTTI LA CHIAMAVANO SCIARA LAVORAVA AL FORNO MIP NONNO ERA EUGENIO BERNARDO ERA BARBIERE
EliminaDobbiamo informarci. Per le foto, speriamo che legga qualcuno che ti possa aiutare. A presto e saluti da Aiello Calabro
Eliminaanche se non trovate nulla vi ringrazio lo stesso siete stati molto gentili
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