"S'io putisse cangiare u calendariu
lu facisse cchiù semplice e cchiù variu,
pecchì nessunu sa ca a stu paise
carnelevaru è trenta jiuorni u mise".
(Carnelavaru, G. Coccimiglio)
pecchì nessunu sa ca a stu paise
carnelevaru è trenta jiuorni u mise".
(Carnelavaru, G. Coccimiglio)
(DOMENICA 7 FEBBRAIO 2016)
125 scatti
Qui, le foto de 'a Farza nelle campagne aiellesi di sabato 6 febbraio 2016.
AIELLO
CALABRO – Quest'anno, per il carnevale, si è tornati un po' alle
tradizioni dimenticate. Si è tornati a fare “a farza 'e
Carnelevaru”, che i partecipanti portavano per le campagne
aiellesi, casa per casa, “in cambio” di un bicchiere di vino,
soppressate o salsicce, pezze di formaggio e uova. Il gruppo era
composto da diversi personaggi che andavano in giro in fila uno
dietro l'altro. Capofila era Pulicinella. «Il suo compito, una volta
che il gruppo arrivava nelle vicinanze dell’abitato – spiega
Bruno Chiarello, che ha riproposto questa farsa di una volta -, era
di staccarsi e correre, facendo suonare i campanacci che aveva legati
alla cintura, fino ad arrivare in una casa e tentare di entrarvi per
infilzare “cullu spitu” (punteruolo di ferro a forma di spada) la
soppressata che di solito era appesa all’entrata, e ritornare,
contento di aver trovato la porta aperta, al gruppo più volte,
finché tutti non fossero arrivati». Poi, venivano Carnevale, il
secondo della fila. Seguivano due gendarmi vestiti in divisa che
fingevano di arrestare Pulicinella e Carnevale per gli scherzi che
compivano. E poi la coppia di sposi, tallonata dal prete e dal
sagrestano; una signorina ed un giovanotto che dovevano invitare a
ballare le persone che incontravano; una donna incinta che aveva il
compito di fingere di avere le doglie; il vecchio e la vecchia, che
arrivavano ultimi e raccoglievano fasci di legna che trovavano nelle
vicinanze dell’abitazione per portarli al focolare, dove finivano
per cadere; quindi il dottore che li visitava insieme con
l’infermiera; e quindi, il “porta sacco” che ammassava le
offerte di cibo, e il suonatore di organetto. Alla fine del giro, si
chiudeva la giornata con una grande tavolata, festeggiando fino a
notte inoltrata.
Una
“farza” che – secondo Gisa Guidoccio presidente della
“Compagnia Teatrale Aiellese che ha scritto le parole del valzer di
presentazione - altro non è che la «rievocazione delle fasi della
vita in chiave carnascialesca. Il matrimonio (zitu e zita), il parto
(fimmina prena), la giovinezza (giovanotto e signorina), il tramonto
(u viecchjiu e la vecchjia), insieme agli imprevisti della vita
(Carnevale e Pulicinella arrestati dai carabinieri)».
La
rappresentazione si è tenuta sabato 6 febbraio, itinerante per le
campagne, dal mattino; e ha replicato domenica 7 in piazza
Plebiscito.
Il
programma del Carnevale Aiellese - curato da ProLoco, Anspi,
Compagnia teatrale aiellese e Centro Anziani Fscj, e patrocinato dal
Comune - ha previsto altri momenti ludici. Oltre alla tombolata di
giovedì grasso, per anziani e bambini, domenica, a partire dalla 15,
si è svolta la consueta sfilata di carri con la partecipazione delle
scuole materne, elementari e medie. Martedì grasso, invece, buffet
di Carnevale in piazza S. Maria e sfilata di maschere, con
premiazione finale.
PERCORSO ITENERANTE DI UNA FARSA ANTICA TRA LE CAMPAGNE AIELLESI Pubblicato da Pro Loco Aiello Calabro su Lunedì 8 febbraio 2016
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