
«Fu al 5 di febbraio del predetto anno 1783 – scrive il parroco Scipione Solimena nel volumetto sul Martire, pubblicato a Palmi nel 1902 – che in segno di ringraziamento qui si fece pubblica processione di penitenza, la quale si ripete annualmente nel medesimo giorno. In quella circostanza – continua Solimena – il Sindaco di Aiello, in nome del Comune, contrasse con pubblico istromento, oggi irreperibile, l'obbligo di sostenere le spese occorrenti alla festa e di offrire in tale giorno un grosso cero al Protettore».
Da decenni, però, la tradizionale giornata votiva, che si innesta su un precedente ex voto del 1623 consacrato all’Immacolata, è ridotta alle sole funzioni religiose: il novenario che si tiene dal 27 gennaio sino alla data della ricorrenza, e le S. Messe del 5 febbraio. Nemmeno la processione che percorreva le viuzze di Aiello, con le statue di San Geniale, insieme a quelle dell'Immacolata Concezione, e di S. Antonio da Padova, si tiene più da decenni.
Il culto di San Geniale – la cui festa solenne, oltre a questa votiva di febbraio, si tiene la prima domenica di maggio - nasce con l'arrivo della cassetta con le ossa, ed un’ampolla di sangue del giovane martire morto nel III secolo sotto Diocleziano. Le Reliquie, conservate nella catacombe di S. Lorenzo in Roma, e che ora trovano alloggio ai piedi del settecentesco busto reliquiario, vennero donate alla universitas aiellese per intercessione del cardinale Cybo.
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