MILANO – Sono oltre trenta le opere selezionate, dagli anni '80 in poi, in mostra da oggi nei locali della Stecca, che parlano dell'Isola, luogo dove Francesco Magli è nato artisticamente e che per decenni ha animato. L'Isola è il quartiere milanese vicino alla stazione di Porta Garibaldi, dove ha vissuto e lavorato a partire dagli anni ’60, e scelto di percorrere la strada della pittura e della scultura, con maestri e compagni di viaggio come Ibrahim Kodra, l'ultimo grande artista postcubista scomparso agli inizi del 2006, e Nicola Gianmarino, Pippo Spinoccia e Raffaele De Grada dell'Accademia di Brera.
Calabrese di Aiello Calabro (Cs), nato il 17 giugno 1945, Francesco a Milano c'è andato da giovanissimo. Emigra al nord, dopo l'infanzia trascorsa nel paese natale, ed un periodo passato in un collegio di Limbadi. È nella città meneghina che si dedicherà alla pittura e alla scultura. Nelle sue opere, tra gli anni '70 e '80, compare lo zampognaro calabro, un pifferaio magico che ti invita a seguirlo in una “città del sole”.
Si imporrà all'attenzione dei media per un fatto singolare, avvenuto il 14 luglio 1986, data della presa della Bastiglia. Armato di pennelli e colori e con le gambe tremolanti, quel giorno che ricorda la rivolta popolare per eccellenza si dirige in tram alla Scala per dipingere i panettoni grigi spartitraffico che ad ogni angolo di Milano segnano un divieto o una proibizione. «Così – racconta l'artista - cominciai a colorare la città grigia». Fu poi multato per aver “imbrattato”. Ma per Francesco, pittore militante, che in ogni gesto artistico o di vita testimonia impegno sociale e amore per le ragioni degli altri, era una cosa che andava fatta, un'azione irrinunciabile per protestare contro la politica degli sfratti, contro le ingiustizie di una città tentacolare e grigia che lasciava poco spazio alla creatività e alla forza del colore.
Quella di Francesco Magli è un'arte che si estrinseca sulla tela, sui cartoni, nell’argilla e anche nel legno, e che narra, come scrive Carlo Franza, «la storia dell'uomo contemporaneo, delle sue lotte e delle sue tragedie, del suo radicarsi al prezzo dei cambiamenti e degli stili di vita, a ridare voce al suo grido di speranza e di sogno».
Con la mostra che sarà inaugurata oggi pomeriggio (vernissage dalle 16 alle 21.30) nei locali della Stecca degli Artigiani, in via De Castillia 26, Francesco Magli riprende la sua attività artistica che aveva messo un po' in disparte in questi ultimi tempi. Riparte dall'Isola, dispensatrice di energia per la sua rivolta poetica. «Una rivolta - spiega - senza armi, solamente con la poesia»,
L'evento d'arte - che si affianca ad altre iniziative che si terranno nel centro socioculturale della Stecca degli Artigiani - è stato realizzato grazie ad un team di artefici che hanno collaborato tra loro. Dal figlio dell'artista Andrea, a tutti i fan e amici dell'artista, loro stessi fonte di energia poetica. Si chiamano Roberto, Gianni, Peppino, Giò, Maurizio, e si occupano di architettura, produzioni di arredamenti, di grafica pubblicitaria, informatica, produzione video e comunicazione. Si potrà visitare nei week end (da venerdì a domenica), sino al 3 luglio. Per altre info, vi rimandiamo alla pagina Facebook ufficiale “l’Estro dell’arte” – https://www.facebook.com/isoladimagli.
Rassegna Stampa
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