Il 18 febbraio del 1915 muore a Firenze l'Aiellese Costantino Arlìa, purista della lingua e accademico della Crusca
Costantino,
dunque, adottato dalla levatrice, cresce ad Aiello. La
sua formazione scolastica inizia però nel seminario di Tropea, nella
cui Diocesi erano compresi all’epoca sia Aiello che Amantea. In
seguito, dopo un periodo di studio da autodidatta, si trasferisce a
Napoli, dove si laurea in Giurisprudenza. È il 1861 quando inizia la
carriera in magistratura come Procuratore del Re presso il Tribunale
di Ivrea. Da qui andrà a Torino come capo sezione al Ministero di
Grazia e Giustizia; e poi a Roma. Nel 1890 si dimette per motivi di
salute dall’incarico ministeriale di direttore della seconda
divisione e subito dopo, nel febbraio 1891, si trasferisce a Firenze,
assieme alla compagna Giuseppina Massaglia. Con quest’ultima si
sposa nella città del Giglio, ormai avanti con gli anni, il 4
febbraio 1906. Nel capoluogo toscano, Costantino Arlìa passa a
miglior vita nella sua casa di via S. Gallo 81, per una emorragia
cerebrale, il 18 febbraio del 1915. «L'ultimo periodo della
sua lunga vita (morì a 86 anni) – si legge nel necrologio
pubblicato sul «Giornale storico della letteratura italiana» –
venne funestato dalla cecità, ma egli sopportò con stoicismo la sua
sventura, consolando le tenebre da cui era avvolto con le luci sempre
vivide della memoria e dell'intelletto». Fu, il Nostro, secondo
l’anonimo estensore, «editore e annotatore amoroso e sagace»,
sebbene non «un letterato di professione, ma ciò non tolse che egli
amasse e studiasse le lettere nostre con vera e instancabile
passione».
Costantino
Arlìa che per tanti anni aveva svolto la professione di magistrato,
è conosciuto però come filologo e italianista. Tra le sue
pubblicazioni più note, il “Lessico dell’infima e corrotta
italianità” che scrisse insieme a Pietro Fanfani. La competenza
filologica e lessicografica acquisita, nonché le numerose
pubblicazioni a tema, fecero dell’Arlìa un autorevole linguista,
tanto da essere chiamato a far parte dell’Accademia della Crusca.
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