Aiello in festa per San Geniale protettore. La celebrazione avvenuta domenica 5 maggio si perpetua da 351 anni
AIELLO CALABRO, CS – Geniale è uno dei 24 “corpi santi” attualmente custoditi nelle chiese calabresi. La festa solenne in suo onore, protettore della cittadina dal 1668, anno in cui viene dato il via ufficiale al culto, si svolge la prima domenica di maggio. Quella del 5 maggio scorso è stata l'edizione numero 351, un appuntamento di fede e venerazione che inizia con il novenario e si conclude con le funzioni religiose del giorno della ricorrenza e con la processione per il paese.
Nel corso della S. Messa delle 11, celebrata in S. Maria Maggiore dal parroco don Jean Paul Mavungu, si è rinnovato l'atto della donazione al Patrono delle chiavi urbiche e del cero votivo da parte dell'Amministrazione comunale. Erano presenti, per le autorità, l'assessore comunale Lucia Baldini e i Carabinieri della locale stazione. A seguire, grazie ad una tregua meteo, la processione di popolo per il paese con la bella e pregevole statua lignea settecentesca, accompagnata dalla banda musicale amanteana M. Aloe. Rinviato al pomeriggio, invece, il volo dei caratteristici palloni aerostatici. Da segnalare, la magnifica infiorata realizzata nell'atrio dell'ex Convento degli Osservanti in onore al Santo Patrono da alunni, genitori e docenti dell'Istituto comprensivo diretto da Caterina Policicchio.
Il parroco don Mavungu, nel corso delle funzioni, ha ricordato la storia che parla dell'arrivo delle Reliquie del Martire e dei suoi primi miracoli. Una storia di devozione quella di San Geniale che si intreccia con la storia locale, documentata da atti notarili, antichi manoscritti, e dal libro degli inizi del '900 del sacerdote Scipione Solimena.
Il “corpo santo” di Geniale - la cui ricognizione canonica è stata eseguita dalla Curia di Cosenza a fine 2003 – allocato nella base della statua del 1797, appartiene ad un giovane martire ucciso sotto gli imperatori romani tra il I ed il III secolo. Le spoglie rimangono nelle catacombe romane sino al 4 maggio 1656, estratte per ordine di Papa Alessandro VII e consegnate al cardinale Alderano Cybo, pronipote di Alberico Cybo, che all'epoca era marchese di Aiello. Qui giungono in un'urna contenente le ossa ed un'ampolla con il sangue, nel luglio 1667.
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