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Visualizzazione dei post da settembre, 2012

In ricordo di Franco Marghella

Da Franco Pedatella, per la recente scomparsa di Franco Marghella, riceviamo e pubblichiamo. A Franco Marghella Ad uno ad uno cadon come foglie i miei cugini, sangue del mio sangue. Io, che i fratelli miei giammai conobbi, come fratelli e zii tutti li ebbi. Or l’ultimo sei tu, che nera Morte rap í anzitempo all’affetto nostro dopo impietosa e ingrata malattia che ogni vitale nervo ti consunse. Or naviga pei verdi prati e cogli degli odorosi fior nettareo succo s í che di odor la tomba tua cospargi e chi verrà a trovarti, un fior recando, senta che intorno aleggia un grande odore e un sacro Nume veglia e odor vi sparge! Aiello Calabro, 29 agosto 2012 -  Franco Pedatella (Dal  Blog  francopedatella.com )

L'Aiellese Pasquale Bernardo, medaglia al valore nella seconda Guerra mondiale si è spento all'età di 90 anni in Canada

Dalla referente Raffaela Medaglia - Sault Ste. Marie, Ontario Canada «È con il cuore pesante che i  familiari hanno celebrato i 90 anni di vita di Pasquale. Uomo che ha messo innanzi tutto la sua adorata moglie Rosaria per 58 anni e i cinque  figli: Bianca (sposo Gino Paradiso), John, Frank (Nancy), Sergio (Tammy), David e i preziosi nipoti Ida (Gentry), Christina, Laura (Matt), e  Robert. Pasquale era nato il 10 Gennaio del 1922 a Persico, Aiello Calabro. Preceduto dai genitori Bruno Bernardo e Antonia Guercio tutti e due di Aiello. Pasquale era il fratello della defunta Maria (defunto Angelo Ruperto), del caro defunto Michele (moglie Francesca), fratello caro del defunto Francesco (defunta Rosaria), amato fratello di Giuseppe (moglie Anna), di Carmela (Mario Cresci) e di Luigi (Grazia). Rispettato cognato di Geniale (Carmela), Teresa (defunto Mario), di Franco (Stella), di Guerino (Franca), di Mario e Enrico (Liliana). Affettuoso zio di numerosi nipoti e uomo ris...

L’ultimo dei “varbìeri” ajellesi

I l salone si conserva ancora come quando era in piena attività, prima che andasse in pensione. Lo specchio oblungo riflette tutti gli oggetti e gli strumenti che hanno avuto una funzione. Le forbici, le lame per radere, pettini e spazzole, la mitica brillantina, il pennello per la schiuma da barba, il seggiolino per i bambini con la testa di topolino. Tutto è rimasto com’era. Dalle vetrinette fanno capolino fotografie ingiallite, ritagli di giornali, vecchi calendarietti di quelli profumati, ricordi vari. È un piccolo museo dell’amarcord. Qui, come in una recente descrizione dei barbieri del sud del vecchio secolo, del giornalista Paride Leporace, «l’attesa del turno era lenta»; qui, «La modernità del vecchio barbiere è un ventilatore che taglia a fette l'aria del vecchio tempo».